Per un don Rodrigo che va
un don Tiago che arriva
un don Tiago che arriva
Per un don Rodrigo che torna a casa, un don Tiago che arriva. Anzi: è già arrivato mercoledì scorso e ha già concelebrato le sue prime messe assieme al compatriota che sta per salire sull’aereo che lo riporterà a San Paolo, in Brasile. Questo cambio di presenze arricchisce la nostra comunità pastorale di nuove e preziose esperienze.
Don Tiago è stato accolto con applausi e affettuosi abbracci dai fedeli presenti alle sue prime messe ambrosiane. Ma don Rodrigo non potrà lasciarci senza i dovuti saluti e ringraziamenti. E lo faremo in due occasioni:
• Domenica 25 giugno a Goretti alle Messa delle ore 10.30
• Domenica 2 luglio a Greco alla Messa delle ore 11.00.
Alla Messa seguirà un pranzo comunitario (ciascuno porti qualcosa da condividere).
È in corso anche una raccolta di fondi per don Rodrigo. Chiunque voglia partecipare può rivolgersi alle Segreterie parrocchiali
Don Rodrigo, intanto, ha condensato la sua esperienza ambrosiana in questa intervista:
«Torno a casa felice»
di Giovanna Rovere
Mancano solo pochi giorni, poi don Rodrigo lascerà definitivamente Milano per tornare nel suo Paese e riprendere il suo lavoro là, fra la gente che il Vescovo ha affidato alle sue cure. Ha concluso brillantemente i suoi studi e conseguito la licenza in Teologia sistematica, obiettivo per cui era stata mandato in Italia, e ha avuto modo di vivere una forte esperienza Pastorale, sapendo cogliere il meglio di queste realtà, che sicuramente lo hanno arricchito e fatto crescere da ogni punto di vista. In che modo ce lo siamo fatto raccontare proprio da lui.
La tua esperienza italiana e milanese sta per concludersi. Quale bilancio puoi trarre di questo periodo?
Prima devo dire che questa esperienza è stata per me molto intensa: ho imparato una nuova, bellissima (e difficile) lingua; ho vissuto in una cultura diversa, fatta di storie, di tradizioni e di modi di vivere distinti; ho potuto svolgere il mio ministero nella peculiare Chiesa Ambrosiana. Tutto con gioia e gratitudine.
Niente però senza difficoltà, fatica e limitazioni. Devo ammettere il ruolo cruciale delle nostre Comunità di Greco, di Segnano e di Goretti: mi hanno segnato con la loro calorosa accoglienza, lo zelo per le cose di Dio e per le persone. I preti, i laici, gli amici, e anche la gente della Facoltà, con il loro «modo milanese di essere» mi hanno conquistato. Alla fine posso dire con gratitudine: «fin qui ci ha soccorso il Signore» (1Sam 7,12).
Come hai vissuto la dimensione dello studio e approfondimento teologico che ti ha visto impegnato in questi anni?
Sono stato inviato dalla mia Diocesi a Milano con lo scopo preciso di approfondire i miei studi teologici in una delle Facoltà di Teologia più impegnative d’Italia.
Intanto sono consapevole dei miei limiti e perciò ho dovuto dedicarmi non poco. È stata una bella avventura, con tante possibilità e sfide. La bellezza di costruire la tua conoscenza, di affinare la tua intelligenza, sta nel mettersi in gioco pienamente. In questo senso la Comunità San Giovanni Paolo II è stata un pezzo fondamentale perché io potessi lanciarmi in quest’impresa con la concentrazione e la serenità necessarie. Sono contento di questa costruzione, che non finisce mai.
Con quali aspettative torni adesso in Brasile?
Torno a casa felice perché Dio mi ha concesso la grazia di questo tempo incredibile in Italia. I miei studi e il mio soggiorno in Italia non sono ristretti all’ambito personale. Anzi, lo scopo è quello di servire. Servire bene e servire meglio. E dove c’è bisogno. La mia Diocesi sta nella povera periferia est dell’immensa città di San Paolo. Abbiamo un oceano di opportunità e di sfide. Il mio sentimento è quello di rendermi disponibile. È inutile avere delle aspettative personali quando ci si mette al servizio di Dio perché Egli sempre vince. Tocca a noi obbedire con umiltà e servirlo con gioia. Spero veramente di poter farlo.
Vorrei ancora porgere i miei più calorosi saluti e dare un abbraccio fraterno a tutti e a ciascuno di voi, vi porto con amicizia nel mio cuore e nella mia preghiera.
Ci incontriamo sull’Altare, ogni volta che spezziamo il Pane!