A Goretti una mostra
sui “Santi della porta accanto”

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sui “Santi della porta accanto”
09 02 2019

C’è Filippo Gagliardi, giovane ingegnere cresciuto in oratorio a Novara. E poi Carlotta Nobile, musicista già affermata o Giulio Rocca a trent’anni volontario dall’altra parte del mondo per l’Operazione Mato Grosso. Sono «I santi della porta accanto», giovani testimoni della fede a cui è dedicata una mostra che sta compiendo un viaggio per l’Italia per sottolineare l’importanza del Sinodo dei giovani e che arriva a Milanonella chiesa di Santa Maria Goretti in via Melchiorre Gioia 193 – per iniziativa della Commissione per la Pastorale Giovanile del Decanato Zara e con l’aiuto dell’Azione Cattolica decanale. 

La mostra verrà inaugurata sabato 16 febbraio al termine della Messa delle ore 18 e poi si fermerà fino al 28 febbraio e sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle ore 8 alle ore 19, con la sola esclusione degli orari delle S. Messe: il sabato dalle 18 alle 19 e la domenica dalle 10,30 alle 11,30 e dalle 18 alle 19.

Sono ventiquattro i profili scelti dal giornalista Gerolamo Fazzini, che ha ideato e curato l’iniziativa con la collaborazione di Stefano Femminis, Ilaria Nava, Mariagrazia Tentori e dell’artista camerunese Afran che ne ha ridisegnato i volti. Sono tutti giovani che una malattia, un incidente oppure una mano violenta ha strappato alla vita e dei quali in molti casi è in corso il processo di beatificazione. Ma sono soprattutto «santi della porta accanto», come scrive papa Francesco nell’esortazione apostolica Gaudete ed Exsultate, cioè modelli vicini all’esperienza quotidiana di un giovane di oggi. Testimonianza, dunque, di quanto le storie di una fede vissuta in pienezza siano molto più diffuse rispetto a quanto si pensi anche tra i ragazzi e le ragazze di oggi.

Trentadue i pannelli: ventiquattro dedicati ai profili e gli altri con frasi di papa Francesco sui giovani e la santità oggi. Si parte da alcune figure del Novecento ancora straordinariamente attuali oggi: i beati Pier Giorgio Frassati, Teresio Olivelli e Alberto Marvelli, ma anche Mario Fanin e Rosario Livatino. E poi tanti giovani italiani, in grande maggioranza laici, vissuti tra gli anni Ottanta e gli anni Duemila. Persone legate ad esperienze ecclesiali tra loro diverse a testimonianza di quanto nessuno abbia l’esclusiva di una vita cristiana feconda. C’è spazio poi anche per qualche figura proveniente da altri continenti, perché la santità non costruisce muri ma apre al mondo.

Inutile sottolineare che l’ingresso è libero e aperto a tutti.

QUI i dettagli degli orari d’apertura


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