Quando: giovedì e venerdì
Dove: nel cortile di Greco
Noi lo chiamiamo “il Gioco più lungo dell’anno” perché si disputa da Settembre a Maggio, con un appuntamento settimanale, praticamente quanto dura l’anno oratoriano.
Storicamente coinvolge da 10 a 15 ragazzini di età generalmente compresa fra i 9 e i 15/16 anni, ma è un gioco aperto a tutti, infatti non manca qualche adulto, talvolta un papà (una volta anche una mamma), anche perché non richiede che qualche cognizione approssimativa del Campionato di Calcio di Serie A, e a livello di materiale soltanto tre tavolini, quattro sedie, una matita, una gomma e qualche foglio di carta. Si tratta di un gioco da tavolo che si disputa in interni, provvidenziale nei pomeriggi uggiosi, piovigginosi, bui e freddi d’autunno e d’inverno. Nessuno che corre o fa rumore: si direbbe un gioco invisibile, difatti, benché sia nato più di 20 anni fa non sono pochi i frequentatori dell’oratorio che ancora non se ne sono accorti.
Come ogni gioco, anche il fantacalcio, ha le sue regole i suoi meccanismi e le sue modalità: caratteristiche che solitamente non attraggono i ragazzini, eppure è seguito con gusto, a giudicare dal grado di partecipazione.
Ma non insisteremo su regole e dinamiche poiché questa non è la sede. E’ piuttosto interessante osservare che, come ogni buon gioco, ha una sua ricaduta formativa, sia pure allo stato embrionale.
Che significa giocare al FantaCalcio?
Per i ragazzini è svago allo stato puro: loro non sanno –e neppure se lo chiedono– che nasconde un’insegnamento forse più importante, in quanto esercita e sviluppa due qualità non trascurabili nel mondo reale: STRATEGIA e PERSEVERANZA. La prima perché se fai le cose senza un piano logico preordinato probabilmente i risultati saranno insufficienti. La seconda perché, in una partita che dura otto mesi, vale più che mai il proverbio “chi la dura la vince”.