Dal Papa ai Vescovi 38 domande su gay e divorziati

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03 11 2013

FRANCESCO.  IL SINODO SULLA FAMIGLIA
NELLO STILE LATINOAMERICANO

a cura di don Eduardo Nery

Al Francesco argentino siamo ormai abituati: sorrisi, abbracci e baci a tutti; poco formalismo e una spontaneità sconvolgente e calorosa. Il Francesco gesuita, anch’esso lo conosciamo già: spiritualità profonda e discreta, amore incondizionato alla Chiesa, fermezza e libertà nel modo di muoversi negli ambienti a volte troppo istituzionalizzati della Curia. Ma il Francesco vescovo-latinoamericano cominciamo a conoscerlo solo adesso.

In qualche modo lo avevamo già notato al momento della nomina degli otto cardinali chiamati ad aiutarlo nel governo della Chiesa universale. Però la scelta di indire un Sinodo Straordinario per il prossimo ottobre/2014 è la conferma dello stile latinoamericano di essere vescovo. La Chiesa latinoamericana, infatti, adottava questa modalità collegiale di esercizio del ministero episcopale già prima del Vaticano II. Le Conferenze Generali dell’Episcopato latinoamericano segnarono in modo profondo l’esperienza ecclesiale dei Paesi di quella parte del mondo, e furono manifestazioni eloquenti della corresponsabilità e della comunione dei vescovi nel ministero di guida della Chiesa.

La scelta del Papa di convocare un Sinodo Straordinario, direi preparatorio, in vista del Sinodo Ordinario del 2015, rivela il suo modo di concepire il ministero episcopale alla luce della collegialità affermata dal Concilio Vaticano II. Il ministero petrino del vescovo di Roma ha come funzione principale quella di confermare i fratelli nell’unica fede della Chiesa. Insieme al collegio dei vescovi, come capo, il Papa guida la Chiesa universale nella comunione con i suoi fratelli. Francesco sembra convinto che questa sia la forma di esercizio dell’episcopalità affinché la Chiesa, nell’unità, affronti con serenità gli attuali nodi teologici e pastorali che la affliggono. Questi chiedono risposte sicure e profondamente radicate nel Vangelo, ma che, tenendo conto della vita concreta delle persone e le loro ferite esistenziali, li aiutino a riprendere la strada di comunione con il Padre Misericordioso, con la Chiesa stessa e con tutti i fratelli.

A noi, per ora, non importa tanto quali saranno queste risposte. Importa invece cogliere questo movimento riflessivo di tutta la Chiesa, spinta dalla concezione che ne ha di lei Francesco; che cerca di leggere il suo modo di dialogare con le persone e con il mondo; che cerca di rinnovarsi, non con le firme di documenti preparati negli uffici belli e riscaldati di qualche curia, ma sotto l’ispirazione dello Spirito che parla tramite il dolore quotidiano di tanti uomini e donne.

Allo scoprire questo tratto della personalità di Francesco, vescovo delle periferie, siamo chiamati alla lode di Dio che ci ha concesso un pastore secondo il suo cuore. Nella preghiera, ci affidiamo al Signore che vuole stupirci con il novum della sua presenza quotidiana, e affidiamoGli tutta la Chiesa, perché rinnovata costantemente dall’azione dello Spirito possa comunicare la freschezza della buona-nuova novella del Regno.
 

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Don Eduardo Nery, il sacerdote brasiliano che – a Milano per studiare Teologia – vive nella nostra Comunità, scorge nel meccanismo messo in moto dal Pontefice lo stile latinoamericano di essere vescovo. Ce lo descrive e ci fa meditare.

Il primo Sinodo del pontificato di papa Francesco sarà dedicato alla famiglia. E sarà un Sinodo straordinario, modalità finora utilizzata solamente altre due volte, nel 1969 (sinodo sulle conferenze episcopali) e nel 1985 (sui 20 anni del Concilio). L’annuncio era stato dato qualche settimana fa dalla Sala stampa vaticana con la data (dal 5 al 19 ottobre 2014) e il tema: «Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione».
Questo Sinodo straordinario precederà di un anno un altro Sinodo (ordinario questa volta e già convocato in precedenza) sullo stesso tema della famiglia. E non era mai successo finora nella storia della Chiesa che venissero indetti due Sinodi a distanza di un anno l'uno dall'altro sullo stesso argomento. Segno che papa Francesco vuole verificare innanzi tutto lo "stato di salute" della famiglia nel mondo, indagare le conseguenze determinate su genitori e figli da una certa cultura del relativismo e del disimpegno, dare voce al malessere espresso da tante famiglie cristiane che vorrebbero trovare nuove strade per testimoniare la fedeltà alla propria vocazione.

Per la raccolta delle informazioni sulle condizioni delle famiglie è già stato inviato dal Vaticano ai vescovi di tutto il mondo un documento che comprende anche un questionario con 38 domande e che dovrà tornare, compilato, nelle mani di Papa Francesco entro i primi mesi del prossimo anno.

Per leggere il contenuto del questionario inviato dal Papa ai vescovi, clicca QUI

 

 

 

 

 

 

 

 


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