Il coraggio della Fede senza essere cristiani inamidati

Parole chiare, disarmanti nella loro semplicità, ma che vanno diritte al cuore. Papa Francesco non si è smentito sabato sera, alla conclusione della Veglia di Pentecoste celebrata in piazza San Pietro con testimonianze presentate da aderenti a Rinnovamento nello Spirito, Movimento dei Focolari, Cellule parrocchiali di animazione, Nuovi orizzonti, Comunione e Liberazione, Neocatecumenali e Sant’Egidio. Testimonianze che parlano del superamento delle difficoltà all’interno della vita di coppia e di famiglia, del passaggio da una vita lontana dalla fede all’incontro con Cristo, dell’annuncio del Vangelo nel proprio ambiente di studio e di lavoro, dell’incontro con Gesù nei poveri.
Papa Francesco ha ribadito alcune necessità: di avere il coraggio della Fede senza essere cristiani inamidati; di costruire una cultura dell'incontro con il prossimo; di aiutarlo, questo prossimo, soprattutto le famiglie, il cui destino è più importante dei bilanci delle banche.
Innovativa la formula utilizzata. Papa Francesco ha concluso la Veglia rispondendo a quattro domande che gli sono state poste da altrettanti fedeli: “Come ha potuto raggiungere Lei nella Sua vita la certezza sulla fede?”, la prima. "Come possiamo comunicare in modo efficace la fede oggi?" è la seconda. La terza: “Come possiamo vivere una Chiesa povera e per i poveri? Quale contributo possiamo dare per affrontare la grave crisi di oggi?". Infine la quarta: "Confessare la fede: tanti nostri fratelli soffrono a causa di essa. Vorrei fare di più: ma che cosa?"
Papa Francesco ha risposto a braccio a tutte e quattro. Ascoltate con quali parole, con quale determinazione, ma con quanta dolcezza. Qui sotto il video della TV Vaticana.
QUI invece potete leggere (ed eventualmente ascoltare) il servizio andato in onda con Radio Vaticana