Obiettivi e costi
del nostro Oratorio

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25 09 2017

Questo il testo dell’omelia pronunciata da don Stefano alla Messa di apertura dell’Oratorio domenica 24 settembre

Il Consiglio d’Oratorio, la Diaconia della Comunità Pastorale, i Consigli Pastorale e degli affari economici, i preti nominati dall’Arcivescovo nella Comunità Pastorale Giovanni  Paolo II hanno, in questi anni, provveduto a mantenere al meglio viva la realtà dell’Oratorio nelle due Parrocchie di S.ta Maria Goretti e S. Martino in Greco. Le persone che partecipano attivamente alla vita della Comunità hanno concorso a questo sforzo e il proposito di mantenere i due cortili dell’Oratorio aperti, vigilati e propositivi nella catechesi, nel doposcuola, nella ricreazione, nell’oratorio feriale, e in molti altri percorsi… è stato perseguito; sia pure con qualche difficoltà e, a volte, con qualche incomprensione.

A questo scopo, si sono rivelate indispensabili le figure di educatori stabili, che, negli ultimi 7 anni, hanno affiancato la presenza degli adulti e giovani volontari e del prete incaricato per la pastorale giovanile in Comunità. Indispensabili anche perché i cortili sono 2 e il prete uno.

Carlo Cimarosti, il primo educatore 7 anni fa, ci ha insegnato, fra l’altro, che la nostra Comunità non è in grado di permettersi il costo di un educatore a tempo pieno a 40.000,00 € l’anno. La Provvidenza ci ha regalato, per i 3 anni successivi, la presenza di un seminarista ogni anno e, nei successivi tre anni, grazie ad un contributo regionale e alle iscrizioni volontarie all’Oratorio, abbiamo potuto assumere due giovani nelle persone di Arianna Radice e Filippo Milanesi al costo di € 8000,00 ciascuno all’anno. Tutti costoro, con il loro lavoro, ci hanno confermato la preziosità di una presenza stabile, che coordini e raccordi la disponibilità di giovani e adulti nell’animare le attività dell’Oratorio.

Nella logica che la nostra Comunità cerca di applicare a ogni sua attività, cioè che nessuno ha in appalto esclusivo il servizio che reca alla Chiesa, anche Arianna e Filippo sono stati sostituiti, dopo un triennio, affinché il ruolo non si identifichi perennemente con una persona e per permettere anche a loro di evolvere nel loro percorso di studio e di lavoro.

Il venir meno della forma retributiva dei vouchers ha peraltro complicato e appesantito l’assunzione dell’attuale educatrice Roberta Botta. Questa giovane, che andrà a coprire i due terzi delle ore dei due precedenti educatori messi assieme, ha un contratto a tempo determinato più oneroso anche da un punto di vista economico, perché diversamente non si può fare. Si tratta di un costo pari a circa 19.000,00 €

Se nel primo anno di Arianna e Filippo, il contributo della Regione Lombardia era sufficientemente alto da bastare, sommato alle iscrizioni all’Oratorio a pagare i due educatori e nell’anno passato un finanziamento della Fondazione CARIPLO ha saldato il debito, quest’anno il contributo CARIPLO non è stato concesso e il contributo regionale è molto basso.

Il problema che si evidenzia è dunque quello di garantire la copertura del costo di un educatore che garantisca, assieme al prete, l’apertura di entrambi i cortili e un coordinamento educativo ed organizzativo che nessuna buona volontà può sostituire.

Questo problema va ad assommarsi a quello che la Curia ci presenta nel concederci il decreto (permesso) di assunzione dell’educatrice. E’ compito della Curia arcivescovile vigilare che le parrocchie abbiano un’economia sana. La Curia dubita che due parrocchie come le nostre, fortemente indebitate, possano far fronte al costo annuo dell’educatore. Facciamo fatica a spiegare alla Curia che l’Oratorio, pur essendo una dimensione delle parrocchie, abbia, in questi anni, provveduto autonomamente e possa continuare a provvedere autonomamente a stipendiare una o più persone per l’oratorio. Di fatto l’Oratorio, grazie alla buona volontà dei consiglieri, dei genitori e di tante persone generose è riuscito a non gravare di un centesimo sulle casse delle due parrocchie. Ma l’incertezza dei finanziamenti più consistenti, come quelli della Regione o di qualche fondazione, non ci presenta con buone carte in mano per sostenere presso la Curia che faremo altrettanto in futuro.

Per garantire lo stipendio dell’educatrice siamo andati quest’anno a raschiare il barile e siamo arrivati al fondo di soldi prestati da alcuni benefattori.

Mentre il Consiglio d’Oratorio sta continuando sia nella sua opera di iniziative spicciole per il finanziamento, sia nello studio per il reperimento di fondi più consistenti, la vera domanda è se la nostra Comunità Pastorale sia intenzionata a tenere aperti i cortili d’Oratorio o meno.

Negli ultimi 7 anni le iscrizioni di sostegno all’Oratorio pari alla cifra base di 35,00 € sono passate da 80 a 179, pari a circa euro 6200 circa nell’anno 2016-2017.  Se tutte le famiglie che hanno figli che frequentano qualsiasi attività oratoriana iscrivessero i loro ragazzi all’Oratorio, il problema sarebbe risolto. Ma così non è! E per fare oratorio non basta stipendiare un educatore! I soldi servono e devono servire soprattutto per le attività formative!

È pensabile continuare, solo se avremo di anno in anno la certezza della presenza degli educatori necessari e la certezza della copertura del loro stipendio ben prima dell’inizio dell’anno oratoriano. È pensabile continuare se ci saranno persone che in nome dei loro figli o semplicemente dei ragazzi della Comunità verseranno non solo le quote di iscrizione, ma cifre sufficientemente consistenti da coprire le somme necessarie a stipendiare almeno un educatore e a fornire i fondi per le attività educative.

Per qualcuno che figli in età d’oratorio più non ha questa generosità diventa una missione e ci sono segnali commoventi. Le famiglie con figli in età d’oratorio riflettano sul fatto che lo sforzo ha la durata della crescita dei figli e la staffetta con chi è venuto prima e chi verrà dopo è possibile. Questo vale sia per l’iscrizione all’oratorio, ma soprattutto per contributi più consistenti.

Mentre ringrazio tutti quelli che aderiscono sinceramente nello spirito e nell’azione al progetto educativo che la comunità Pastorale si è data, vi chiedo di pregare e pensare a quanto ci siamo detti, di farne partecipi le persone che in questo momento non sono a Messa e di non temere di riferirsi a me per qualsiasi chiarimento.

don Stefano


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