Si celebra il 25esimo del Diaconato permanente

Domenica 23 settembre, a chiusura della Giornata del Seminario, a Venegono il cardinale Scola ricorderà il 25esimo anniversario dal ripristino del Diaconato permanente nella Diocesi di Milano, ripristino voluto e ordinato dal card. Martini all'apertura dell'Anno pastorale il 7 dicembre 1986.
La cerimonia è aperta a tutti (così come l'intera giornata dedicata al Seminario) e servirà a ribadire l'importanza del ministero del Diaconato affidato ai laici, le cui origini risalgono ai primi secoli del Cristianesimo, quando al Diacono veniva raccomandata una comunione stretta a cordiale con il Vescovo: «Egli sia l’orecchio del vescovo, la sua bocca, il suo cuore, la sua anima: due in una sola volontà». La Tradizione apostolica di Ippolito descrive il rito di ordinazione dei diaconi mediante l’imposizione delle mani da parte del solo vescovo e spiega: «Perché il diacono non è ordinato per il sacerdozio, ma per il servizio del vescovo».
La Chiesa ha conservato la memoria di diaconi santi, come santo Stefano, diacono e primo martire della Chiesa apostolica; san Lorenzo, diacono e martire della Chiesa di Roma (sec. III); san Vincenzo, diacono e martire della Chiesa di Saragozza (sec. III-IV) e sant’Efrem siro, dottore della Chiesa (sec. IV). A partire dal V secolo vicende storiche complesse portarono ad un lento declino del diaconato, che alla fine rimase solo come tappa intermedia per i candidati all’ordinazione sacerdotale.
Il Concilio di Trento e il Concilio Vaticano II
Il Concilio di Trento nel 1563 decreta che il diaconato venga nuovamente ripristinato, in modo che «le funzioni dei sacri ordini» non appaiano inutili e siano «esercitate solo da coloro che sono costituiti nei rispettivi ordini».
Ma questa delibera rimane lettera morta e si deve attendere il Concilio Vaticano II (1962-1965) per vedere il ritorno del diaconato. Nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa (Lumen Gentium), il Concilio delibera che nella Chiesa latina il diaconato «potrà in futuro essere restaurato come un grado proprio e permanente della gerarchia», ne indica una serie di funzioni proprie e si esprime a favore del conferimento del diaconato «a uomini di più matura età anche viventi nel matrimonio». Stabilisce, infine, che spetta alle Conferenze Episcopali nazionali decidere, con l’approvazione del Papa, sull’utilità del ripristino del diaconato nella propria nazione, secondo i bisogni della Chiesa.
La Conferenza Episcopale Italiana e la Diocesi di Milano
Con il documento “La restaurazione del diaconato permanente” la CEI si pronuncia ufficialmente per il suo ripristino l’11 marzo 1972. Quindi nel documento pastorale Evangelizzazione e ministeri, dell’agosto 1977, essa dichiara: «Col ripristino del diaconato permanente, la Chiesa ha la consapevolezza di accogliere un dono dello Spirito e di immettere così nel vivo tessuto del corpo ecclesiale energie cariche di una grazia peculiare e sacramentale, capaci perciò di maggiore fecondità pastorale».
E così, il 7 dicembre 1986, l’arcivescovo di Milano card. Martini, nella lettera pastorale alla diocesi scrive: «Voglio annunciare ufficialmente la decisione di istituire nella nostra Diocesi il diaconato permanente, ministero che ha un ben preciso e diretto orientamento a servizio e per la promozione di una Chiesa dalla carità e nella carità»