Sinodo Chiesa dalle genti:
“Nessuno sia indifferente”
“Nessuno sia indifferente”

(a cura di Mario)
“Nessuno sia indifferente e nessuno dorma tranquillo”. È l’appello con il quale si è concluso domenica 24 giugno a Triuggio il Consiglio pastorale diocesano a chiusura della sessione dedicata al Sinodo Minore per “La Chiesa dalle genti”. È stato discusso il Documento preparato dalla Commissione di coordinamento e sono state approvate alcune indicazioni da dare alla commissione stessa perché se ne discuta – a settembre – nel corso dell’assemblea dei decani.
Il Sinodo minore entra a questo punto in dirittura finale: la Commissione di coordinamento predisporrà una bozza unitaria sulla base dei suggerimenti del Consiglio diocesano presbiterale, di quello pastorale e di quello dei decani. Il 3 novembre, infine, i due consigli diocesani si riuniranno per votare il testo della bozza che l’arcivescovo promulgherà come nuove costituzioni, aggiornando e sostituendo in parte quanto stabilito dal capitolo 14 del Sinodo diocesano n. 47 in tema di “Pastorale degli esteri”, cioè dei rapporti della chiesa ambrosiana con cattolici, con cristiani e non cristiani provenienti da altri Paesi.
Ma torniamo all’appello sottoscritto domenica dal Consiglio pastorale diocesano, il giorno successivo dopo la grande tavolata multietnica promosso dal Comune di Milano al Parco Sempione con diecimila partecipanti, milanesi e stranieri fianco a fianco. “I cristiani che sono cittadini italiani – chiede il Consiglio pastorale – vorrebbero sapere, vorrebbero capire. Può bastare un titolo di giornale per leggere una situazione? Può bastare uno slogan per giustificare una decisione?” E si reclama per i cristiani il “diritto a una informazione comprensibile, pacata, argomentata”, chiedendosi contemporaneamente se “I governanti che i cittadini italiani hanno eletto possono sottrarsi al compito di spiegare quello che stanno facendo, di argomentare di fronte ai cittadini il loro progetto politico, che onori la costituzione, la tradizione del popolo italiano, i sentimenti della nostra gente?”.
Di qui la conclusione: “Il Consiglio Pastorale Diocesano insieme con il vescovo vuole condividere il disagio che prova, le domande che sorgono, l’urgenza di interventi, iniziative, parole che dicano speranze di futuro e passi di civiltà. Vorremmo che nessuno rimanga indifferente, che nessuno dorma tranquillo, che nessuno si sottragga a una preghiera, che nessuno declini le sue responsabilità”.