Scola in Serbia: ‘Libertà religiosa garanzia di pace’

L'Arcivescovo card. Angelo Scola – accompagnato dal vescovo Erminio De Scalzi e dai vicari episcopali Bruno Marinoni e Luca Bressan – ha concluso ieri il suo viaggio in Serbia come inviato speciale di Papa Francesco per le celebrazioni per i 1700 anni trascorsi dall’Editto di Milano, l'importante documento sulla libertà religiosa e la fine delle persecuzioni dei cristiani emanato nel 313 d.C. dall'imperatore Costantino, originario della città serba di Nis.
E a Nis, sabato, il Cardinale ha celebrato una Messa solenne allo stadio, da dove ha lanciato l'invito alla pace e alla fratellanza universale.
Nel nostro mondo non mancano "profonde diversità e inimicizie". "Le ferite della violenza e della guerra" faticano a guarire e sono ancora fonte «di amarezza, di risentimento, di tenebre". "Eppure – rileva l’Arcivescovo – il nostro cuore non cessa di desiderare ardentemente la pace".
Ma cos’è la pace? "Non è il quieto vivere" e neppure la "tanto auspicata assenza di conflitto". "La pace è la possibilità di unità tra gli uomini", grazie a Gesù che "ha eliminato l’inimicizia e ha ristabilito la nostra relazione con Dio". Allora la pace "è perdono dei peccati, riconciliazione con Dio e anche tra gli uomini". Due aspetti non separabili: "Ogni fede religiosa, in quanto espressione del desiderio di Dio, è fonte di unità tra gli uomini, non di conflitto e di divisione".
L’anniversario dell’Editto richiama che "la libertà religiosa è garanzia di pace e di nuova civiltà in ogni società plurale". Sempre tenendo presente che "la libertà non è tale se non in funzione dell’edificazione di una società dal volto umano". "Non lasciamoci ingannare dalle sirene di una libertà individualisticamente concepita, purtroppo assai diffusa in Occidente", ha ammonito Scola.
QUI lo speciale sul sito della Diocesi
Qui sotto, invece, un breve video sull'inizio della visita all'arrivo in Serbia