Scola chiede impegni concreti di ospitalità e condivisione

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24 11 2013

Un invito a vivereil tempo privilegiato” che ci è dato con l’Avvento, attraverso gesti concreti e una conversione del cuore. Lo raccomanda l'Arcivescovo, il cardinale Scola, durante la celebrazione della II domenica di Avvento, in Duomo.
 «La venuta del Messia ci mette in grado di guardare ogni circostanza, ogni rapporto, ogni situazione come una via verso la riuscita dell’io che è la santità. Anche quando le nostre giornate sono appesantite da difficoltà e contraddizioni, interiori ed esteriori, che sembrano rodere le nostre forze e spegnere le nostre attese, il Signore che viene porta con sé la gioia, rendendo possibile la pace», spiega l’Arcivescovo.

"Dio continua a spargere buon seme e lo fa senza temere il confronto con la zizzania che portiamo nel cuore e che tende a generare strutture di dipendenza, di peccato, di corruzione. Sono molti, infatti, anche nelle nostre terre, i segni di vita buona, da cui è possibile ricominciare".  "E – sottolinea, allora, il Cardinale – le parole di Giovanni il Battista sono un forte richiamo al principio di solidarietà, fondamento più che mai decisivo di autentica amicizia civica, oltremodo richiesta in una società plurale come la nostra. Impegniamoci di persona, con l’avvicinarsi del Natale, a quella forma semplice ma potente di solidarietà, di giustizia operosa che è l’ospitalità. Le tante opere religiose e civili di condivisione del bisogno offrono nelle nostre terre molte occasioni di ospitalità che sono alla portata di ciascuno di noi».

Un “fare frutti di giustizia”, come scrive san Paolo ai Romani, che fa riferimento alla “solidarietà gratuita” secondo lo stile di Cristo, cui il cristiano deve sempre tendere. «Solo un tale stile può sconfiggere una delle piaghe più purulenti che affligge ognuno di noi, il narcisismo, questa incoercibile spinta ad autoaffermarsi, a occupare sempre tutta la scena relegando gli altri ad evanescenti comparse». Con quel credersi onnipotenti che è attualmente sentimento diffuso a ogni livello e di fronte al quale nasce «un quarto decisivo insegnamento: invocare la misericordia di fronte al nostro limite e al nostro peccato, perché tutti gli uomini sono chiamati a diventare Figli del Regno».

QUI sotto il video integrale dell'omelia del Cardinale

 

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