Ecco la lettera pastorale
di Delpini per il 2018/19
di Delpini per il 2018/19

«Siamo un popolo in cammino che abita quaggiù una città stabile, ma va in cerca di quella futura». Con queste parole l’arcivescovo Mario Delpini si rivolge ai fedeli ambrosiani nella lettera pastorale per l’anno 2018-2019, intitolata «Cresce lungo il cammino il suo vigore» (Ed. Centro Ambrosiano, 120 pagine, 4 euro, è in vendita da lunedì 16 luglio nelle librerie).
Delpini sviluppa la sua proposta partendo dalla «consapevolezza di essere la Chiesa in debito verso questo tempo e questo mondo». E il testo affronta subito due questioni cruciali: l’incontro tra cattolici provenienti da differenti Paesi per effetto delle migrazioni, ai quali la Diocesi ha dedicato il sinodo “Una Chiesa dalle genti” che si concluderà il 3 novembre; e i giovani, tema di un altro incontro sinodale.
I MIGRANTI
A proposito della questione migratoria, l’arcivescovo spiega che «La Chiesa si riconosce “dalle genti” non solo perché prende coscienza della mobilità umana ma, in primo luogo, perché docile allo Spirito, sperimenta che non si dà cammino del Popolo di Dio verso il monte dell’alleanza piena se non dove, nel camminare insieme verso la medesima meta, si apprende a camminare gli uni verso gli altri».
I GIOVANI
E per i giovani Delpini esprime un auspicio: «È tempo, io credo, di superare quel senso di impotenza e di scoraggiamento, quello smarrimento e quello scetticismo che sembrano paralizzare gli adulti e convincere molti giovani a fare del tempo della loro giovinezza un tempo perso tra aspettative improbabili, risentimenti amari, trasgressioni capricciose, ambizioni aggressive: come se qualcuno avesse derubato una generazione del suo futuro». E lancia l’idea di «creare nelle comunità cristiane luoghi di confronto, di elaborazione di proposte e di giudizi sulle vicende del nostro tempo e della nostra terra».
UN ITINERARIO DELLO SPIRITO
La nuova Lettera pastorale contiene in appendice un esercizio di lectio su alcuni Salmi che trasformano il vissuto quotidiano – con le sue speranze e le sue fatiche, i desideri e i drammi della vita – in esperienza di preghiera.
«Alcuni Salmi hanno accompagnato il pellegrinaggio del popolo di Israele al tempio nella Città Santa, Gerusalemme. Possono accompagnare anche la comunità dei discepoli di Gesù, pellegrini nella storia verso la nuova Gerusalemme», spiega l’Arcivescovo nell’introdurre la lectio e suggerendola «come esercizio di riflessione e di condivisione, per pregare con tutti i Salmi del Salterio e in particolare con quelli che la Liturgia delle ore propone come preghiera della Chiesa».
I Salmi analizzati sono l’84 («Quanto sono amabili le tue dimore!»), il 122 («Andremo alla casa del Signore!»), il 27 («Il tuo volto, Signore, io cerco!»), il 48 («Questo è Dio, il nostro Dio in eterno e per sempre!»), il 61 («Per me, Signore, sei diventato un rifugio!»), il 36 («Signore, è in te la sorgente della vita!») e il 31 («In te, Signore, mi sono rifugiato!»).
INVITO CONCLUSIVO
«Popolo di pellegrini, popolo in camminino, impariamo a pregare i Salmi per condividere la fede di fratelli e sorelle di epoche lontane che pregano con noi – è l’invito conclusivo -. Preghiamo per resistere alla tentazione di fermarci, di distrarci, di scoraggiarci». Un appello a «camminare» rinnovato da papa Francesco nella Evangelii Gaudium e che la lectio sottolinea con forza: «Di tutto la Chiesa può avere paura, ma non di camminare!».
Per saperne di più, vai al servizio di Pino Nardi sul sito della Diocesi