Dedicazione del Duomo: Milano non dimentichi la sua Madonnina

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21 10 2013

Mentre tra Goretti e Greco festeggiavamo il secondo anniversario dalla nascita della Comunità pastorale Giovanni Paolo II, in Duomo il nostro Arcivescovo card. Scola celebrava la Giornata della Dedicazione della Chiesa Cattedrale che tradizionalmente cade la terza domenica di ottobre.
"Celebrare la Dedicazione del Duomo ha sottolineato in apertura della sua omelia il cardinale – significa per noi tutti riconoscere che esso è il luogo in cui si riuniscono “le pietre vive” della nostra Chiesa ambrosiana. Il tempio è propriamente quello vivo, composto da coloro che intendono seguire Gesù Cristo. Come sorelle e fratelli in Cristo costoro intendono comunicare la bellezza della nuova parentela, inaugurata dal Crocifisso glorioso, alle donne e agli uomini che ogni giorno incontrano nel campo del mondo".

«La Chiesa scaturisce, in ogni istante, dal sacrificio di Cristo, che l’Eucaristia lungo i secoli continua offrire alla nostra umanità e che viene sempre situata qui e ora. Il qui e ora della libertà di ogni donna e di ogni uomo», riflette l’Arcivescovo che aggiunge, «La vita ci è stata data perché nessuno può autogenerarsi, ma per portare frutto deve, a sua volta, essere donata giorno dopo giorno, ora dopo ora, divenendo così testimonianza. La testimonianza personale e comunitaria è stata giustamente definita come il martirio della pazienza ed è l’unico autentico modo di partecipare al martirio di sangue che tanti nostri fratelli cristiani ancora subiscono in questi nostri tempi».

Da qui, il pensiero va all’esemplarità del testimone Giovanni Colombo. «La consegna totale di sé, alimentata in modo speciale dall’adorazione eucaristica, fu l’emblema della sua vita e del suo ministero episcopale. Le numerose iniziative, le pubblicazioni e le celebrazioni promosse in questo Anno Colombiano – di cui ringrazio di cuore i promotori – hanno voluto dire la nostra riconoscenza per il dono di questo Arcivescovo saggio, letterato, buon timoniere in tempi difficili della nostra amata Chiesa, che non mancò di contribuire alla vita buona della società civile milanese e non solo».

«Noi ci auguriamo che anche la Milano di oggi comprenda perché compiamo questi gesti, perché rendendo visibili questi santi, guardando a loro e alla loro testimonianza, si possa essere cristiani e autentici cittadini. Speriamo che i tutti i milanesi e le autorità non si dimentichino di questo riferimento che è il Duomo», scandisce l’Arcivescovo che richiama, nel momento nella preghiera di benedizione della statua, come don Gnocchi, realizzando in modo peculiare i tre preziosi tratti del bell’amore, sia stato «educatore instancabile dei giovani per i quali fu testimone del Vangelo nel momento della più difficile prova».

Qui sotto il video con l'omelia del card. Angelo Scola

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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