
"Il tempo di Avvento, cui oggi la Chiesa dà inizio, è il tempo in cui essa richiama la nostra libertà perché, vigilante, attenda il Signore che viene. Questa attesa rinnova il nostro volto e ogni nostra relazione. Educhiamoci, quindi, ad essa intensificando la nostra preghiera quotidiana. Le preghiere del mattino e della sera, le Lodi ed i Vesperi se possibile; la partecipazione alla Santa Messa anche in un giorno feriale; il Santo rosario; qualche buona meditazione che irrobustisca in noi il pensiero di Cristo; qualche gesto stabile di gratuità verso quanti sono nel bisogno; la testimonianza forte negli ambienti dell’umana esistenza diventino il denso contenuto della nostra attesa".
Si conclude così la prima omelia dell'Arcivescovo in Duomo, ieri pomeriggio (clicca QUI per scaricare il testo integrale). Prima domenica dell'Avvento ambrosiano. Prende avvio l'intero percorso che ci accompagnerà fino a Natale, dal titolo "Andarono senza indugio".
«La venuta del Signore è un presente che ti riguarda e ci riguarda ora perché se aspettiamo Colui che viene vuol dire che la storia, in ogni tempo, ha un senso e una direzione, ha un fine», dice ancora il cardinale.
Ha un senso in ogni giorno, in ogni azione quotidiana, secondo quello che scriveva San Bernardo indicando anche un avvento intermedio, che unisce il Natale al ritorno del Signore e che è via, appunto, di speranza quotidiana, seppure molti sono i rischi a cui i cristiani sono esposti. Come quello della seduzione e dell’inganno «da parte di falsi profeti che approfittano del malessere diffuso e della confusione generale per divulgare le loro dottrine fallaci.
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