Il Filo Rosso

(a cura di Orietta G.)
Non è passato ancora un anno da quando, trasferita in zona, sono stata accolta da questa Comunità Pastorale e sto ancora imparando a riconoscere persone, volti e luoghi, ma le testimonianze dei Consiglieri uscenti, che ho letto, mi hanno permesso di individuare alcune coordinate ben precise alla ricerca dei molteplici doni dello Spirito di cui ogni comunità è ricca e che rappresentano la Chiesa bella del Vangelo dove Fede, Speranza e Carità rappresentano il modo autenticamente concreto di vivere la sequela di Cristo.
Due parole, innanzi tutto, sono emerse con costanza: Servizio e Cura.
È stato bello vedere come, pur con diverse sottolineature, tutti i contributi abbiano posto l’accento sulla necessità di svolgere il compito di consigliere come servizio alla Comunità, tutta intera, come occasione per passare da una fede “comoda”, dove si aspettava che altri si mettessero in gioco al nostro posto, ad un momento in cui era diventato indispensabile restituire quanto ricevuto.
Allo stesso tempo è apparsa forte l’immagine della Comunità Pastorale come insieme di persone e di luoghi di cui farsi carico, di cui prendersi cura ed avere a cuore, pur non nascondendo le difficoltà sorte nel traghettare le due parrocchie in una Comunità che fosse realmente “unica”, che iniziasse a pensarsi come “una sola cosa”, che iniziasse a ragionare con un raggio più ampio a tutti i livelli dalla liturgia, alla catechesi dei più piccoli, alla formazione permanente degli adulti, all’attenzione ai molteplici carismi di gruppi e movimenti presenti.
È qui che tutti i Consiglieri si sono sentiti interpellati anche a livello della propria fede personale, in parte confermata, in parte messa, in misura più o meno ampia, alla prova nel confronto con realtà e persone diverse presenti in un unico Consiglio Pastorale che, peraltro, aveva il compito, per nulla facile, di identificare un unico progetto pastorale, il primo della neonata Comunità. La chiave di volta è stata da tutti individuata nell’ascolto reciproco, dei consiglieri tra loro e dei pastori verso i laici, giovani e meno giovani; tutti si sono sentiti accolti nell’ascolto e autenticamente partecipi, non meri esecutori di decisioni già adottate a priori, pur consapevoli tutti della differenza di ruoli e responsabilità.
Non tutto è stato, però, così “scorrevole”, sono emerse anche fatiche, personali e comunitarie, sia nel gestire il servizio di Consigliere, soprattutto nel farsi portavoce verso tutti di quanto accadeva dove erano prese le decisioni, sia nel confrontarsi con singole realtà parrocchiali che non si conoscevano fino in fondo e forse per nulla, pur essendo così vicine.
In tutto ciò, l’immagine del Consigliere che a me, lettore esterno ed estraneo, è stata restituita è stata quella di uomini e donne che vivono una Fede, che hanno sperimentato come mai acquisita sino in fondo, che praticano la Carità nel vivere il loro ruolo, cercando di aprirsi a tutti, e che nutrono la profonda Speranza – che mi sento assolutamente di condividere – che nella sequela del Vangelo il prossimo Consiglio sarà in grado, magari non di risolvere, ma certamente di smussare alcune spigolosità ancora presenti, verso una Comunità Pastorale che sia autenticamente testimone visibile della Comunione.
Possiamo leggere le testimonianze di Paola , Gianluigi , Lucia ,Elena , Camilla ,Mario, Matteo, Sergio, cliccando sui rispettivi nomi.