Domenica a Greco festa patronale. Ecco il programma

Due giorni a San Martino, la festa patronale della parrocchia di Greco. Giornata importante, alla quale ha dato lustro giovedì sera, alla Messa e successiva cena della Fraternità, mons. Erminio De Scalzi, il vicario episcopale che ha accompagnato le comunità di Greco e Goretti nel cammino dal concepimento ala nascita della Comunità pastorale Giovanni Paolo II.
Il vescovo ne ha approfittato per visitare i locali del Nido e scuola dell'Infanzia Sant'Anna che da settembre ha riaperto i battenti nella palazzina accanto all'oratorio dopo una completa ristrutturazione.
Ma la festa vera è domenica, con la Messa solenne alle 11, alla quale prenderanno parte anche i partecipanti alla al convegno organizzato dalla Commissione carità in occasione della Giornata diocesana della Caritas (leggi QUI la presentazione).
Alle 16, invece, chiusura in bellezza con un concerto di musica classica: l'opera lirica Suor Angelica, di Giacomo Puccini. Verrà eseguita in forma semiscenica, con accompagnamento pianistico, e sarà diretta da Gioele Muglialdo (leggi QUI)
Durante tutte le messe del week-end le celebrazioni si concluderanno con la lettura corale della Preghiera a San Martino, il cui testo i fedeli troveranno in chiesa (ma che possono anche scaricare da QUI), corredato dalla riproduzione di un'icona che si trova nella Chiesa dedicata a San Martino a Fondi, in provincia di Latina.
Nella scena è rappresentato Martino nell’atto di dare il suo mantello al povero/Cristo. Ma allo stesso tempo si vede come Cristo stia rivestendo Martino. Un antico detto dei padri del deserto afferma “Chi dà ai poveri presta a Dio”. Il mantello che Martino ha donato al mendicante lo riceve indietro da Cristo come un rivestimento della sua gloria divina, cioè la vita eterna.
San Paolo dice che l’amore non conosce fine (cf 1Cor 13,8). Tutto ciò che è donato nell’amore viene salvato per l’eternità, e con il gesto del dono anche colui che dona si unisce a Cristo e custodisce la propria vita in Lui per il giorno della risurrezione. San Martino è raffigurato con tre braccia. Si tratta di una raffigurazione già conosciuta nella tradizione iconografica cristiana (pensiamo, per esempio, ad una famosa icona mariana). Con ciò si vuole sottolineare che la persona che davvero accoglie l’amore di Cristo e vorrebbe esserne attraversata, percepisce che da sola è povera, che l’amore è sempre più grande di ciò che si può comunicare e donare. Ma basta disporsi al gesto e all’atteggiamento della carità e si scopre che è l’Amore stesso ad operare in noi, oltre le nostre possibilità. San Martino allora ha tre braccia perché, con il suo gesto di carità, lascia agire l’Amore.