Comunità pastorale: a novembre si vota

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16 10 2011

Uno dei primi compiti che spetterà alla Comunità pastorale subito dopo l'annuncio ufficiale di domenica prossima sarà quello di dotarsi degli strumenti di gestione e, fra questi, dell'elezione del Consiglio di Comunità pastorale. Le elezioni in tutta la Diocesi erano state indette per il 16 ottobre, ma alle nostre parrocchie era stata concessa la possibilità di slittare di un mese, per evitare di eleggere due distinti consigli pastorali parrocchiali che sarebbero rimasti in carica per quattro anni, appesantendo il lavoro di tutti. Proprio in questi giorni si sta mettendo a punto la commissione elettorale e lunedì prossimo le segreterie in riunione congiunta stabiliranno tempi e modi. E noi vi terremo informati praticamente in tempo reale.

Nel frattempo, a pochi giorni ormai dal via dell'era Comunità Pastorale Giovanni Paolo II, pensiamo sia giusto fermarci un attimo a meditare sulla svolta che ci attende, sugli stimoli che ci offre il Signore a imprimere alla nostra vita di comunione uno slancio nuovo, un orizzonte più ampio e un più alto traguardo.

Diventano preziose, a questo proposito, le riflessioni con le quali don Giuliano, lo scorso 12 febbraio, aveva aperto la prima assemblea delle due comunità, convocata per studiare assieme i passi da compiere sul nuovo cammino.

"Cristo – diceva in quell'occasione don Giuliano – è il disegno personale, in cui il Padre ci pensa e ci conosce, ci destina e ci ama. Come sul Figlio il Padre dice: 'Questi è il figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto', così in ciascuno di noi il Padre si compiace soltanto se vi si riconosce i lineamenti del Figlio giunti a piena maturità, secondo la misura che egli ha progettato per lui in noi e per noi in lui".

Ma – continuava don Giuliano – "solamente il Padre conosce la fisionomia del Cristo in noi, egli che la sta disegnando mediante l’azione misteriosa dello Spirito. Anche attraverso l’esercizio spirituale che ci chiede attraverso le pesantezze del cammino della Chiesa terrena con forme che ci paiono anche un po’ artificiali come la comunità pastorale".

Quindi "se formare una Comunità pastorale sarà il modo che la storia della Chiesa di oggi ci chiede per vivere ed essere in questo territorio Chiesa di Dio, uomini e donne che vivono il culto logico, allora ci sto; ad altro io non mi impegno e non do nemmeno un respiro della mia vita".

QUI il testo completo del messaggio di don Giuliano

 

 

 

 

 

 


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