IL VANGELO DELLA DOMENICA • 25
Le cinque promesse
del dono dello Spirito
Le cinque promesse
del dono dello Spirito
di don Pino
Invito all’ascolto in famiglia, nella Comunità…
Vieni, Spirito Santo Paraclito, scendi su di noi, vieni,
secondo la promessa, ad abitare per sempre in noi…
Vieni, Spirito della verità, che ci sveli l’amore del Padre in Gesù.
Vieni, abita in noi!
Nel Vangelo di Giovanni, all’interno dei dialoghi dell’ultima Cena, ci sono consegnate cinque promesse del dono dello Spirito. Potremmo leggerle in sequenza e tenerle insieme nel nostro ascolto, nella preghiera, nel cammino della vita.
Ricordo i passi evangelici in cui sono riportate:
Gv 14, 15-17 Il Padre darà un altro Paraclito
Gv 14, 25-26 Il Paraclito insegnerà e ricorderà quanto Gesù ha detto
Gv 15, 26-27 Il Paraclito e i discepoli rendono testimonianza a Gesù
Gv 16, 7-11 Il Paraclito venendo mostrerà la colpa del mondo
Gv 16, 12-15 Lo Spirito della verità guiderà alla verità tutta intera
Sostiamo in ascolto della prima promessa e dei versetti che l’accompagnano: così ci viene proposto di fare in questa Pentecoste dello Spirito.
Le parole di Gesù, riespresse nella profondità della contemplazione del IV Vangelo e della comunità in cui è stato raccolto, sono da meditare con affetto e con cuore accogliente, ad una ad una, lasciandoci guidare da quell’amore che ci parla attraverso di esse.
Cominciamo da un primo avvicinamento al significato di alcune di esse:
– Se mi amate: la relazione di Gesù con noi e, per questo, di noi con Gesù è nella gratuità dell’amore. Per dirla con il termine impiegato dal IV Vangelo, si tratta di agape (ἀγάπη): sostantivo (e verbo corrispondente ἀγαπάω) molto raro nell’utilizzo dei testi dell’epoca; quindi con queste parole venne avanti una vera e propria novità. La comunità delle origini per dire la novità dell’amore-dono che da Gesù, nel suo Spirito, viene in noi e trasforma le nostre vite e le nostre relazioni, ha cominciato a parlare la lingua nuova dell’agape.
Tra noi e Gesù, tra Gesù e noi c’è l’agape: c’è qualcosa di grande tra di noi…!
– …E io pregherò il Padre…: immaginiamoci Gesù in preghiera per noi. Gesù presso il Padre intercede sempre per noi e per l’umanità intera…
– Un altro Paraclito (ὁ παράκλητος): un altro, perché il primo è lui, Gesù. Verrà un altro Paraclito: significa “chiamato presso”/”chiamato accanto”. In latino, ad-vocatus. Nell’attuale traduzione liturgica, si è preferito mantenere il vocabolo ricalcato sulla parola in greco. Non l’hanno tradotto per lasciare aperta l’ampiezza dei significati.
Così, nel linguaggio cristiano, siamo chiamati a interiorizzare alcune parole che vengono da lontano: amen, Kyrie, alleluia, osanna, maranathà…e, tra queste, proprio Paraclito per riferirci allo Spirito Santo.
Il contesto di questo appellativo è quello giudiziario: perché Gesù, proprio per il suo servizio nell’amore, è sotto processo da parte del mondo. E noi con lui. Abbiamo bisogno di un Paraclito: difensore, consolatore, sostenitore, avvocato, colui che assiste i discepoli nel processo che il mondo continua a intentare contro Gesù.
– Lo Spirito della verità (τὸ πνεῦμα τῆς ἀληθείας): questo “Chiamato accanto” è il Respiro, il Soffio della verità. La verità, nel IV Vangelo, è la rivelazione, la manifestazione dell’amore di Dio che per noi ha il volto chiaro e luminoso di Gesù. È lui la verità, la manifestazione del volto del Padre. Spirito della verità è dunque lo Spirito di Gesù-rivelazione dell’amore del Padre.
– Il mondo non lo può ricevere: la parola mondo (ὁ κόσμος) nel Vangelo di Giovanni viene impiegata in tre accezioni:
+ mondo come creazione
+ mondo come umanità (Dio ha tanto amato il mondo…)
+ mondo come sistema ostile, nemico, che si oppone alla rivelazione dell’amore-dono.
Ecco, in questo senso, il mondo-sistema organizzato in un progetto di dominio e di violenza non può ricevere lo Spirito della verità: non lo vede e non lo conosce. Accecato dal proprio sistema, non vede e non vuole vedere un’alternativa al proprio mondo e quindi non ha la capacità di aprirsi a un’altra prospettiva, a un’altra cultura, a un altro senso della vita. Non gli interessa proprio. Per questa realtà, l’unico mondo che esiste è quello del potere, della forza, del sistema della ricchezza…
– Voi conoscete (lo Spirito): ne avete un’esperienza significativa (nel tempo che Gesù passò con i discepoli che amava) e nel tempo successivo alla Pasqua: lo Spirito di Gesù sarà in loro. E viene anche in noi. È il suo dono, che abita per sempre in noi!
Per entrare maggiormente in sintonia con questa Parola di Gesù, potremmo chiederci:
– Il Padre dona lo Spirito, che dimora in noi. Ma nel dono non c’è automatismo. Il dono del Padre interpella la nostra disponibilità ad accoglierlo.
+ Come disporci ad ascoltare lo Spirito, entrando in un dialogo di comunione e di fiducia con Lui?
+ Come camminare nel quotidiano, discernendo in noi i movimenti dello Spirito?
+ Cosa sta dicendo oggi lo Spirito alla Chiesa attraverso il cammino del Sinodo?
– Voi in me e io in voi. Io vivo, e voi potete scegliere di vivere della vita che viene da me! Se lo volete, vivrete della mia vita! La vita diventa vita, se viviamo del Vivente come centro della nostra esistenza.
Che nome dare a questa vita? Cosa cambia? Come lasciarsene conquistare?