Il Vangelo della domenica • 24
Pietro, Cornelio, lo Spirito Santo

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Pietro, Cornelio, lo Spirito Santo
05 05 2023

(di don Pino)

Invito all’ascolto personale, in famiglia, nella Comunità…
Vieni, Spirito dell’ascolto, vieni in mezzo a noi, scendi su di noi, visita ogni cuore ed ogni mente… Vieni, Spirito che ci conduci all’esperienza della Pasqua del Signore Gesù. 

Questa domenica non possiamo non fermarci sul racconto, fondamentale nell’insieme del libro, narrato nel capitolo 10 (con una continuazione nel cap. 11: l’ampiezza dello sviluppo ne dice l’importanza). (Potete leggere il testo di Atti cliccando QUI o sull’immagine qui sotto a destra)

Anche a costo di rimanere un po’ delusi e forse un po’ annoiati: il tema dell’accoglienza dei pagani nel cammino della fede a noi, eredi della égalité e della liberté (purtroppo molto meno della fraternité) sembra una questione tutto sommato metabolizzata e dunque non più attuale. Ma… è meglio non esserne così sicuri e chiedere allo Spirito il dono di entrare nell’ ascolto di questa “straordinaria” vicenda (l’ideale sarebbe riuscire a leggere per intero tutto il capitolo 10 degli Atti). 

Cornelio 

Siamo a Cesarea, città portuale fatta costruire da Erode il Grande intorno al 10 a.C. Qui abitava con la sua famiglia Cornelio, un soldato romano, centurione della Coorte Italica. 

Colpiscono i tratti dell’esperienza umana e spirituale di quest’uomo. È un credente, vicino alla fede ebraica, da cui trae il suo percorso fatto di preghiera costante e profonda e di attenzione verso i poveri. Coltiva un’intensa ricerca del Signore, in cui coinvolge anche la sua famiglia e i suoi amici, di cui si fa guida. È un uomo spirituale. 

In questa ricerca, senza l’ansia di definirsi nella sua appartenenza religiosa, rimane un simpatizzante della fede ebraica: ne vive profondamente i valori, ma non entra a farne parte integralmente. Il Signore lo sta preparando a un altro incontro, decisivo per lui come per Pietro e per la prima Comunità cristiana. 

Cornelio vive con il Signore un rapporto personale, segnato dal respiro della preghiera dei salmi di Israele. Non stupisce, perciò, come il Signore stesso si faccia a lui vicino, attraverso la mediazione di un angelo, lo chiami per nome e lo inviti a mandare a cercare a Giaffa Simone, detto Pietro, un uomo di cui non sa nulla. 

Cosa avrei pensato, detto, fatto in seguito all’invito del Signore? 

Perché il Signore non invia direttamente Cornelio a Giaffa (c’è una distanza di circa 60 Km) da Pietro? 

Simone, detto Pietro 

Proviamo a metterci ora nei panni di Simone. Il Signore, come ha preparato Cornelio, ancora di più sta preparando Pietro a questo appuntamento. 

Staccarsi dall’educazione spirituale e culturale che ha ricevuto costa molto a Simone. Oltretutto, ascoltare gli inviti dello Spirito, che lo aprono all’incontro diretto con persone pagane, può metterlo davvero nei guai. 

“Alzati, scendi e va’…”, ossia, non subordinare il tuo stare con le persone a criteri di tipo morale/religioso! 

Cosa avrei detto, cosa avrei fatto nei panni di Simone? 

Pietro rischia: accetta di ospitare gli inviati di Cornelio, di mettersi in cammino con loro, e, una volta arrivato a Cesarea, di entrare in casa di lui: davvero notevole. Qual è lo scopo di questo incontro? Non lo sa, non ci pensa proprio che è stato inviato a Cornelio per annunciare a lui e alla sua famiglia Gesù morto e risorto. 

Entra per la prima volta in vita sua nella casa di una famigli pagana! E non sa perché è lì…! Il Signore lo sta educando passo passo, lo Spirito lo ha preceduto nel cuore di Cornelio, che condivide con Pietro l’azione del Signore nella sua casa, fino ad arrivare a quella parola straordinaria: tutti noi siamo qui davanti a Dio per ascoltare tutto quanto ti è stato ordinato dal Signore!! L’atteggiamento di Cornelio lo tocca profondamente: davvero il Signore lavora nel cuore di chi lo ascolta! 

Allora Pietro comprende che è chiamato ad annunciare la buona notizia di Gesù! E comincia. Ma le sorprese non sono finite per lui, per Cornelio, per noi, per tutti… 

L’effusione del dono dello Spirito Santo 

Lo Spirito ha preparato Cornelio, lo Spirito ha smosso resistenze importanti nel cammino di Pietro, lo Spirito gli ha mostrato come lavora nel cuore di ogni uomo, non fa preferenze di persone, non è questione di appartenere a un popolo o a un altro, non c’è un’esclusività della salvezza… E Pietro vede ogni volta lo Spirito all’opera, che lo precede e…lo converte! Fino al colpo finale, per lui 

impensabile: lo Spirito scende sui pagani! È una nuova Pentecoste! 

Allora? Il battesimo nel nome di Gesù è per tutti! Lo Spirito scende su ogni uomo e donna! 

Nei panni dei giudei, cosa provo a vedere che lo Spirito scende sui pagani come è sceso su di noi? 

Pietro ha fatto bene a battezzare Cornelio e la sua famiglia? Non è stato un po’ precipitoso? 

Davvero ora facciamo parte noi, loro, Cornelio e la sua famiglia, la nostra comunità di un’unica fraternità? 

Se è vero per Cornelio quello che è accaduto in casa sua, allora diventa vero per tutti i popoli…È questo quello che desidera Dio attraverso Gesù morto e risorto e il dono del suo Spirito? Non è stato un caso, quella volta, oppure lì si è manifestato il senso universale del dono del Risorto? 

Lo Spirito precede Pietro e la Comunità per la conversione al vero sogno del Padre in Gesù. Tutto si gioca nell’ascolto della voce dello Spirito e nel riconoscerlo all’opera nell’umanità: a che punto stiamo? 


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