Lettera agli operatori pastorali di Goretti e di Greco

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20 10 2011

A voi, carissime sorelle e fratelli, con i quali abbiamo celebrato la veglia di Pentecoste lo scorso Maggio e abbiamo riconosciuto l’amore che il Signore ha per noi.

A voi, carissimi, con i quali condivido le gioie e le fatiche pastorali.

A voi che, nel servizio che svolgete nella Comunità, siete corresponsabili del “peso” (in ebraico Kabod, cioè Gloria); donne e uomini sui quali la Comunità può contare per la fede, per il servizio e per il dono che siete con la vostra vita tesa a Colui che ci salva e che nella tentazione ci sostiene nella fedeltà fino alla morte (cioè al dono della vita).

Ciò che ho nel cuore

Proprio a voi, prima di dirlo pubblicamente alla Comunità tutta durante la celebrazione domenicale del Giorno del Signore, mi rivolgo per comunicare ciò che ho nel cuore.

Tornando da Gerusalemme, dove sono stato la scorsa estate per il mio cammino di conversione, mi porto nel cuore e nella mente l’Annuncio (Kerygma) della Resurrezione di Gesù che le prime comunità giudeo-cristiane hanno testimoniato. Il Signore mi ha fatto il dono di poter abitare la terra dove Lui si è rivelato. La terra, infatti, custodisce i luoghi dove il cielo si apre  facendo così sentire la voce del Padre: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”(Lc 3,22b).

Tornando da Gerusalemme porto con me l’entusiasmo della fede che i testimoni del Risorto hanno annunciato con la loro vita, attraversando la morte, rivelando così la potenza dell’amore del Signore. Questo tesoro prezioso che Gesù con la sua morte e resurrezione ha donato è l’intelligenza della nostra fede che la Chiesa è chiamata da sempre a vivere e annunciare. La Chiesa è e resterà nella coscienza credente “la Madre forte che ci esorta a combattere e a testimoniare per il Cristo; anzi non esita a farci passare attraverso la morte – a cominciare da quella prima morte che è il battesimo –  per generarci ad una vita più sublime. Sia benedetta per tanti benefici! Sia benedetta soprattutto per tutte queste morti che essa ci procura, morti che l’uomo non avrebbe avuto il coraggio di affrontare e senza le quali sarebbe condannato a restare indefinitamente se stesso, chiuso nel cerchio miserabile della propria limitatezza” (Henri De Lubac, Meditazione sulla Chiesa, opera omnia vol. 8, pag. 191, Jaca Book 1987).

Tornando da Gerusalemme, porto nel cuore la testimonianza forte e trasparente delle prime comunità giudeo cristiane: “il Signore è Risorto”. Tutto ciò che loro erano e sono per noi oggi è custodito nella forza di questo annuncio: Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta (1 Gv 1,1-4)”. È questa l’intelligenza della fede che ci è stata testimoniata e trasmessa dalla Tradizione. Questa intelligenza converte le nostre menti, scalda i nostri cuori, rinvigorisce in noi la forza solo nella misura in cui ci pieghiamo umilmente a questa Parola che chiede di essere ascoltata, accolta e vissuta.

È un tempo di grazia quello che stanno vivendo le nostre Comunità parrocchiali. Lo abbiamo chiamato Passi verso la fede.

E di questo si tratta! È proprio per questo, care sorelle e cari fratelli delle Comunità di Goretti e di Greco, che vi scrivo per darvi il lieto annuncio della scelta da parte del nuovo Arcivescovo, Cardinale Angelo Scola, che ci chiede nel nome del Signore di testimoniare il Risorto con lo stile delle prime comunità cristiane: di essere un cuor solo e un’anima sola, cioè una Comunità Pastorale, donne e uomini che insieme si lasciano plasmare dalla Parola che è cibo di vita eterna.

L’anno che ci sta davanti è ricco di doni: dall’ingresso nella nostra Diocesi del nuovo Arcivescovo, al VII Incontro Mondiale delle famiglie di tutto il mondo a Milano, alla costituzione della Comunità pastorale che celebreremo solennemente il 23 ottobre prossimo durante la Celebrazione Eucaristica delle ore 10:30 presieduta da sua eminenza mons. Erminio De Scalzi, Vicario Episcopale della città di Milano.

È un tempo che siamo chiamati a custodire e la scelta che vi propongo vuole essere molto semplice e accessibile a tutti: è importante all’inizio vivere momenti insieme dove possiamo sentire e gustare la presenza di tutti, cioè stringerci attorno alla Parola e ritrovare quella familiarità con Lui che genera in noi la Sua Comunità, la Comunità degli ‘uditori della parola’ .

Tra le tante iniziative proposte sia a livello Diocesano che Decanale, ritengo questo tempo prezioso per rigenerare legami nuovi tra noi (la fede non invecchia mai!) e costituire tra noi quelle che  chiamo “le Cento Case del Signore”. La nostra Comunità Pastorale sta per iniziare un cammino che ha una meta all’orizzonte ben precisa: il desiderio di comunicare a tante sorelle e a tanti fratelli la com-passione di Gesù che, instancabilmente, stringe legami che fan brillare il Regno di Dio.

Come Gesù sulle strade della Galilea ha incontrato la gente entrando nelle loro case, portando la gioia  del Regno, così oggi noi siamo chiamati a vivere la freschezza che troviamo all’origine del Vangelo e siamo convinti che questa freschezza della Parola è capace di toccare il cuore di tante sorelle e fratelli che attendono una voce di speranza, di pace, di accoglienza, di fraternità, e finalmente di comunione …  

Per realizzare questo abbiamo bisogno di “case” come quella di Marta, Maria e Lazzaro, come quella di Zaccheo, come quella di Simone, come quella del Centurione romano….case in cui  gustare la gioia dell’ascolto e della fraternità. Proprio a voi mi rivolgo. A voi che per queste parrocchie non siete delle persone sconosciute: tutt’altro!

Ho una proposta da farti!

Cara sorella e caro fratello, se sei disposto a fare della tua casa un luogo d’incontro attorno al Vangelo, comunica ai sacerdoti la tua scelta.

Confido su di voi perché in Comunità ci siamo fratelli e sorelle che hanno il coraggio delle fede e aprano le loro case invitando amici a condividere il pane della Parola. L’augurio, che nasce dalla Parola, è che in Comunità tante case si aprano rigenerando le relazioni tra noi, proprio perché al centro non ci sono le cose da fare ma la gioia di credere: e questa cosa inizio a chiederla proprio a voi che svolgete, in un modo o nell’altro, un servizio. È la fede che genera azione cristiana contagiosa, positiva e alternativa. Una azione che, se non è umile e non da spazio alla Spirito, diventa sterile e muore, anche se nel passato sembrava smuovere le montagne.

Non si tratta neanche di andare a cercare persone nuove, almeno inizialmente, ma tra voi. Le case sono le relazioni di amicizia che tra voi avete.

È questa una profezia che riscatta le relazioni tra noi da tutte le stanchezze che la storia porta con sè, liberandole, con l’entusiasmo che la Parola di Dio è capace di generare tra noi. Ma dico di più. La nostra Diocesi in questo anno è chiamata ad accogliere famiglie che vengono da tutto il mondo (al più presto daremo comunicazione su questo!) è questa l’occasione provvidenziale perché nella Comunità Pastorale sorga una commissione famiglia capace di aiutare la Comunità a crescere e a tenere desta l’attenzione al MONDO-FAMIGLIA.

Ho alcune preoccupazioni che continuano a punzecchiarmi senza lasciarmi in pace, mettendo a dura prova la povertà della carne ed educandomi a lottare con la forza della fede.

In entrambe le Parrocchie si apre una periodo di ristrutturazione/manutenzione che chiederà non poco alle finanze delle Parrocchie. Anche se siamo Comunità Pastorale giuridicamente le Parrocchie non cambiano sia dal punto di vista sacramentale/territoriale sia dal punto di vista economico/finanziario.

Per la Parrocchia di Greco, è sotto gli occhi di tutti, “il dramma” di una ristrutturazione (la scuola dell’infazia, l’asilo nido e il resto delle strutture fatiscenti che per ragioni strutturali richiedono immediati interventi. La corda ormai è troppo tesa da tempo!) che sta chiedendo sacrifici non indifferenti alla Comunità. Oltre a sostenere in questi anni il peso di una ristrutturazione (quella degli anni 2005-2007) che ha chiesto un intervento urgente – data la situazione fatiscente – portando ad uno scoperto di 1.500.000 euro (di cui 800mila in mutuo)

Per la Parrocchia di Goretti si apre una stagione di manutenzione straordinaria urgente (la stima e di circa 950mila euro). In Chiesa piove in più punti e tutta la struttura immobiliare di Goretti risente delle problematiche edilizie degli anni ’60 per cui tra il cemento armato e il ferro è in atto una lotta che chiede manutenzione.

Per entrambe le parrocchie occorre una forza di sostegno perché  è importante avviare lavori conoscendo i fondi su cui si può contare e senza i quali non si possono avviare i lavori (e comunque si faranno solo quelli che si possono sostenere).

Chiedo, e lo farò anche pubblicamente in occasione delle feste patronali di Goretti e di Greco, che, sulla scorta dell’esperienza di Gedeone (libro dei Giudici), sorgano in entrambe le parrocchie “Gedeoni” (benefattori) su cui, e grazie ai quali, la singola Parrocchia può contare per le opere che s’hanno da fare.  Voglio salire al palazzo della Curia con due cartellette:  una con la lista dei Gedeoni di Goretti per le ristrutturazione di Goretti e l’altra con la lista (aggiornata) dei Gedeoni di Greco per le opere in Greco.

Sono certo che in ciascuna parrocchia ci sono uomini e donne che se sanno dove vanno a finire i soldi sono disposti con il cuore in mano ad aiutare la propria Comunità perché amano il Signore, o comunque riconoscono il servizio positivo che una Parrocchia offre per il tessuto sociale del quartiere e della città. Ma proprio questi fratelli, giustamente, hanno richiesta di trasparenza, di chiarezza e di conoscenza.

Custodisco una forza speciale

Custodisco una forza speciale: la fede dei semplici, dei piccoli, degli umili, dei poveri, dei malati: la loro preghiera. … è la fede di coloro che con la vita mi ricordano che il Signore ha attraversato la morte ed ora è il Vivente. Lui sta in mezzo a noi, vivo, ricordandoci il Regno del Padre, che non è la meta di domani ma il senso del vivere, qui già fin da ora, gustando e sentendo che la vita e la storia tutta è nelle mani di Dio, comprese le scelte giuste e sbagliate della libertà dell’uomo.

Vi aspetto

Vi aspetto per il primo incontro delle CentoCase del Signore che chiamo la CONVOCAZIONE DELLA FOLLA a Greco, venerdì 14 ottobre, alle ore 20.45, nella sala della Comunità. Iniziamo insieme e gustiamo insieme la Parola che guida i nostri passi perché siano passi verso la fede: “L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto (Mc 10,9)”. Io e don Stefano contiamo sulla vostra presenza.

 

Insieme con don Stefano, che condivide con me il peso della vita pastorale,

e con Giuseppina la gioia della consacrazione al Signore

vi saluto pieno di stima,

donG

Milano, 7 ottobre 2011, Memoria della Beata Vergine Maria del Rosario 


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