Martedì a Goretti Rosario Oftal di ritorno da Lourdes

Martedì 6 maggio alle 20.45 gli amici dell’OFTAL (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes) saranno con noi presso la parrocchia di Santa Maria Goretti per animare un santo rosario.
È un’occasione in più che abbiamo come comunità pastorale per vivere con intensità e preghiera il mese dedicato alla Madonna insieme ai volontari di questa associazione della quale fanno parte un numero nutrito di nostri parrocchiani.
Segnaliamo inoltre che la “campagna uova di Pasqua” in collaborazione con l’OFTAL che è stata effettuata nei giorni 22-23 di marzo ha permesso di raccogliere offerte per ben 4.189,22 euro così suddivise: 2.553,22 a Goretti e 1.636,00 a Greco. Di queste cifre le offerte che sono state devolute alla Caritas della nostra comunità pastorale ammontano rispettivamente ad euro 789,22 (Goretti) e 460 (Greco).
Un buon numero di nostri parrocchiani è appena tornato dal pellegrinaggio a Lourdes (tra cui dame, barellieri, medici, pellegrini e malati) e qui di seguito riportiamo una loro testimonianza:
“Quando mi è stato chiesto di scrivere riguardo alla mia prima esperienza a Lourdes con l’Oftal mi sono venute in mente due obiezioni.. la prima è che non ho mai scritto articoli o simili, e la seconda, più importante, è che non ho storie particolari da raccontare, ragioni profonde che mi hanno spinta ad andare a Lourdes proprio ora, in questo momento della mia vita. Direi piuttosto che è accaduto per caso che questa proposta sia arrivata adesso. Circa un anno fa, tornata dal pellegrinaggio del 2013, la mia amica Angela una sera al telefono mi ha buttato lì la frase “sarebbe bello che anche tu e Davide (mio marito) provaste prima o poi l’esperienza del pellegrinaggio, venendo a prestare servizio come medici”.. sì, ho risposto, sarebbe bello, è vero. Quella sera poi mio marito ed io ne abbiamo parlato ma la difficoltà dell’organizzazione di lavoro e famiglia (abbiamo infatti due bambine piccole) mi aveva quasi dissuaso. Però quella telefonata mi è rimasta in mente nei mesi successivi, e dopo l’estate, ripeto, senza che ce ne fosse una ragione particolare, il desiderio di fare questa esperienza ha iniziato a crescermi dentro fino a farmi decidere di venire comunque, da sola, anche se mio marito non poteva venire. Quando dico che non c’era una ragione particolare intendo dire che, per Grazia di Dio, in questo momento, nella mia famiglia non ci sono situazioni di malattia o dolore per cui sentissi il bisogno di fare questo viaggio in questo preciso periodo.
Per cui mi sono iscritta per venire a prestare servizio come medico.
Non avevo la più pallida idea di come fosse Lourdes, non avevo idea del luogo, della struttura che avrebbe accolto i malati, di come l’assistenza fosse organizzata, del tipo di servizio che mi sarebbe stato chiesto. Tutto questo ignoto confesso che mi ha creato, soprattutto nei giorni subito precedenti alla partenza, una grande ansia.Ed è con questa ansia che sono arrivata la prima sera.
Quello che è successo nei giorni successivi credo sia abbastanza impossibile da raccontare a parole. E’ stato qualcosa di così inaspettatamente grande e profondo che non sono riuscita a trasmetterlo appieno neppure ai miei cari una volta tornata a casa.
Cercherò, per quanto sia in grado di farlo, di raccontarlo qui.
L’ansia di cui parlavo con il passare dei giorni è diminuita. Mi avevano detto che sarebbe stato così, che sarebbe venuto tutto semplice, naturale. Ma finché non lo provi in fondo non ci credi.
Visto il lavoro che faccio non era la prima volta che vedevo persone malate, che mi interfacciavo con situazioni difficili, che avevo a che fare con colleghi medici e infermieri e con volontari che si occupavano dell’assistenza ai malati. Ma quello che ho trovato a Lourdes è stato totalmente diverso. Non c’erano ruoli o gerarchie, si lavorava insieme per fare il bene dell’altro, punto. L’energia, l’entusiasmo, il desiderio che ho visto nelle persone che ho incontrato mi hanno davvero colpita, nel profondo, così come mi ha colpita la semplicità nell’aiutare il prossimo, qualunque prossimo, malato, pellegrino, o volontario “sperduto” perché alla sua prima esperienza (tra cui io!). Non mi sono mai, in nessun momento, sentita giudicata per quello che ho fatto o non fatto, detto o non detto. Ed è abbastanza rara come sensazione, in ogni ambito.
Sono tornata a casa con un grande desiderio di ripartire il prima possibile per poter vivere questa esperienza in modo ancora più intenso, giocandomi di più soprattutto nel rapporto con i malati, cosa che è stata sicuramente limitata dalla mia timidezza e paura di sbagliare.
Ci sono alcune frasi che mi sono state dette da alcune delle meravigliose persone che ho incontrato in questi giorni e che mi aiutano a trasformare in parole quello che ho vissuto… per un medico essere a Lourdes significa ricordarsi che, a differenza di quanto siamo abituati a vivere nella realtà lavorativa, non sei tu che hai l’ultima parola, non è da te che dipende tutto, non è tuo il potere di risolvere le situazioni.. il tuo scopo è quello di fare del tuo meglio, sempre e poi, una volta fatto, mettere tutto nelle mani di un Altro, più grande di te. Non credo di dover aggiungere altro in proposito., anche perché non sarei in grado di dirlo meglio.
E poi c’è stato il mio incontro con la Grotta.. un’emozione (anche se è riduttivo definirla “emozione”) che mi è cresciuta dentro giorno dopo giorno, preghiera dopo preghiera.. un’altra delle frasi che mi si sono scolpite nel cuore mi è stata detta il primo giorno, subito dopo aver oltrepassato i cancelli per la prima volta.. una persona (che ringrazio profondamente) mi ha detto “Lourdes non è il Cielo, ma qui a Lourdes ho sentito il profumo del Cielo”. Non sono capace di trovare un modo migliore per dire quello che mi è capitato dentro. Le persone che già erano state a Lourdes mi dicevano, prima che partissi: “vedrai com’è.. è impossibile spiegarlo senza viverlo..”.. ed è così davvero, ogni cosa, ogni momento, dai più semplici in cui si parla e si mangia, agli incontri, alle messe, tutto ha una Luce, un’energia, un’intensità davvero fuori dall’ordinario.. si sente una Presenza, un’“Oltre”.
Mi piacerebbe poter sentire così forte questa vicinanza in ogni momento anche nella realtà di ogni giorno, distratta e “di corsa”, poter dire che sono tornata cambiata e faccio tutto diversamente. Non è così. Da lunedì 14 aprile ho ripreso ad arrovellarmi per i problemi quotidiani tale e quale a prima, con tutti i miei limiti. Però quando mi fermo un attimo a pensare a questi giorni, alle persone, all’aria respirata a Lourdes, tutto assume una Luce diversa.
Chiara