Accanto al dormitorio Caritas
aperto anche un centro diurno
Se ne parlava da anni, dal primo giorno della sua apertura nel 2011: il centro Caritas (ex rifugio di Fratel Ettore) apert0 sotto i binari della Stazione in fondo a via Sammartini così come era nato era un’anatra zoppa: la sera apriva le porte a una settantina di diseredati, senza un letto in cui dormire. Al mattino, dopo una rapida colazione tutti fuori al caldo estivo o al gelo invernale e porte chiuse dalle 8,30 in poi.
Di arricchire l’istituzione aprendo anche un centro diurno dove il senza dimora potesse prendersi una pausa dalla fatica della vita di strada e trascorrere qualche ora della giornata in un ambiente confortevole e in un clima di serenità c’era solo qualche idea chiusa in un cassetto che veniva aperto in vista di qualche elezione per essere richiuso subito dopo.
E invece, ieri pomeriggio, l’Arcivescovo con il direttore della Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti e i rappresentanti di Rete Ferroviaria Italiana Gruppo FS Italiane, Fondazione Cariplo, Enel Cuore e della famiglia Bassanini, hanno tagliato il nastro e inaugurato ufficialmente proprio un nuovo centro diurno polifunzionale che porta il nome di “Antonio Bassanini e Alessandra Tremontani“, famiglia di costruttori che hanno edificato mezzo Novecento milanese e i cui figli hanno messo a disposizione i fondi necessari alla realizzazione.
Sotto il soffitto a volta della struttura originaria dei due magazzini ristrutturati si sviluppano su 400 metri quadrati due grandi sale polifunzionali, una al piano terra e l’altra su di un soppalco, dalle quali si accede alla sala ristoro, alla lavanderia, agli uffici e ai bagni. Gli ospiti potranno venirci a prendere la colazione, fare la doccia, lavare i vestiti e stirarli. Ma avranno anche l’opportunità di fermarsi a leggere il giornale, vedere un film, partecipare ad uno dei tanti laboratori che saranno proposti: teatro, ceramica, informatica.
A gestire il servizio sarà un’equipe di 5 operatori part time e un gruppo di volontari. Ma il centro sarà aperto alla città. Molte delle iniziative in programma si potranno svolgere anche su iniziativa e collaborazione del quartiere, così come per esempio sta avvenendo nella Palazzina Solidale messa a disposizione dalla Parrocchia di Greco.
«Questo centro non è un luogo per accamparsi, ma uno spazio per ritrovare la voglia di tornare a vivere – ha detto l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini -. Auspico che qui nasca quell’interazione tra chi offre e riceve sostegno che è fondamentale perché non solo nessuno si salva da solo, ma nessuno è necessariamente solo un salvato: ciascuno con quel poco o tanto che ha, deve salvarsi in maniera attiva“.
“Credo che Milano – è la riflessione di mons. Delpini – stia facendo un cammino che trasforma il concetto tra periferia e centro nel concetto di quartiere, cioè un contesto abitativo che diventa comunità. Le persone più fragili che rischiano di vivere senza dignità riconosciuta si salvano perché si riconoscono in una comunità. – ha aggiunto – È giusto trasfigurare la città come un insieme di comunità che ha nel quartiere una propria vivacità”.