APPROFONDIMENTI Il testamento di Martini contro la guerra

(a cura di donG)
Non c'è modo più alto di fare memoria se non quello dell'ascolto.
Fare memoria è anzitutto riconoscere nell'ascolto la presenza viva e non morta: "ricorda, Israele", tutto quello che ho fatto nei quarant'anni di esodo. Non dimenticare i miei insegnamenti (Deuteronomio 8).
Questo è il senso battesimale dell'esistenza chiamata non a nascere per morire, ma a morire per vivere: la parabola del seme va ri-ascoltata in profondità e mai dimenticata.
In questa stagione della storia dell'umanità (dove i venti guerra ci ricordano cose brutte, molto brutte!, e la realtà politica-economica-sociale italiana ci ricorda tempi che pensavano essere passati …) far memoria di un uomo credente che dialogava/lottava con il non credente in lui, vuol dire ascoltare dai suoi scritti come lui ha vissuto momenti simili a questo e proprio per questo è riconosciuto come pastore, maestro e padre.
"Io lo dico e ne do testimonianza: il mio cuore è turbato, la mia coscienza è lacerata, i miei pensieri si smarriscono.
Tutti noi, senza fare eccezione tra credenti e non credenti possiamo ripetere: i nostri cuori sono turbati, le nostre coscienze sono lacerate, i nostri pensieri si smarriscono, le nostre opinioni tendono a dividersi.
Smarrimento e angoscia che non ci coinvolgono solo sul terreno del lutto per i morti, delle lacrime per tutti i feriti, del lamento doloroso per i profughi, per i senza tetto, per coloro che vivono nell’angoscia dei bombardamenti giorno e notte. …"
Clicca QUI per leggere tutto il documento in versione .pdf
Segnaliamo inoltre che in occasione del primo anniversario della morte del cardinale Carlo Maria Martini, la Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù in partecipazione con l'Arcidiocesi di Milano, ha dato vita alla Fondazione Carlo Maria Martini: clicca qui o sull'icona