Il Ramo di Mandorlo 9/2012

Ramo di Mandorlo > Il Ramo di Mandorlo 9/2012
04 03 2012

"… Mi spiace, dico davvero, mi spiace che la Quaresima abbia assunto nei tempi questa aria un po’ triste, crucciata, quasi mortificante dell’umano, quasi un’aria di contenimento e non di espansione".

Sono parole di don Angelo Casati scrittore e saggista, già vicario parrocchiale a San Giovanni di Busto Arsizio, poi parroco a San Giovanni di Lecco e dal 1986 al 2008 parroco della comunità parrocchiale di San Giovanni in Laterano a Milano. In un recente libro –  "Il racconto e la strada" edito dal Centro Ambrosiano – esprime le proprie considerazioni sul significato della Quaresima.

"È semplicemente il contrario – sostiene – e chissà che Gesù volesse dire anche questo quando diceva «se digiuni, non prendere l’aria melanconica, profùmati». Lui, lo sappiamo, non ha mai invitato a gesti ipocriti. E dunque nel tempo del digiuno lui vedeva non un’occasione di contenimento dell’essere, ma di espansione, di festa: «profùmati». Una Quaresima dunque non per mortificare, ma per ravvivare e rianimare. Notate la bellezza dei verbi: ravvivare e rianimare. … La Quaresima risponde a questo desiderio che ci abita di essere ravvivati e rianimati. Forse in questa direzione va anche la nuova formula che può sostituire quella antica all’imposizione delle ceneri. Anziché «ricordati che sei cenere e in cenere ritornerai», «convertiti e credi al Vangelo».

Sull'ultimo Ramo di Mandorlo, uno stralcio del libro.

 

Scarica il numero

Consulta l'archivio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.

 


CONDIVIDI!